Conosci(meglio) il tuo nemico: Quando una risata uccide…

j1In tutto l’universo fumettistico si alternano tante figure, divise tra bene e male, eppure sempre o quasi, fin da bambini, ci appassioniamo ai buoni, i supereroi, coloro che come cavalieri senza macchia affrontano cattivi vestiti da gentiluomini o da pagliacci, uomini che seppur dotati di menti geniali finiscono per fallire davanti all’ eroe.

A volte però capita che proprio uno di questi pagliacci superi quella sottile linea che divide l’approvazione del pubblico dal mare tempestoso ma anonimo dei supercattivi, diventando egli stesso indispensabile al mondo del fumetto. Chissà se queste stesse considerazioni gironzolavano nella mente di Jerry Robinson, quando con la collaborazione di Bill Finger e Bob Kane, portò su carta l’idea di un personaggio così totalmente pazzo, irrazionale, osceno e malvagio da essere famoso quanto il supereroe stesso. Fu così che un criminale entrò nel mondo dei fumetti, nel n. 1 di Batman (1940), lasciando una carta da gioco, un jolly. Un simbolo, insieme al sorriso isterico e all’ aria divertita, e un nome che nel tempo è diventato quello del più celebre dei supercriminali, la nemesi di Batman: il Joker.

Ma Joker non è cattivo anzi, è esattamente il contrario di molti supercattivi. Non ha superproblemi, come i cattivi Marvel, né la lucida freddezza di Lex Luthor, no, Joker è pura e unica follia, e in questo sta la sua forza.

Sadico, burlone, eccentrico, innocuo, ladro, grottesco o schizoide, comunque si presenti la sua follia si manifesta spiazzando il lettore, incapace di prevedere le mosse del più terribile criminale di Gotham, e sicuramente del personaggio col più alto numero di omicidi (circa 2.000 compresi donne, bambini, eroi e poliziotti) nel fumetto.

Nei sondaggi Joker si è piazzato al secondo posto nella classifica dei più grandi cattivi nella storia dei fumetti secondo IGN mentre la rivista Wizard l’ha posto al primo posto ed Empire al terzo. Nel sondaggio tra i migliori 100 personaggi dei fumetti, Joker si è classificato al trentesimo posto.

Come è facile immaginare, parlare di un personaggio così pieno di sfaccettature potrebbe risultare  complesso e difficile da riassumere in poche righe, perciò non me ne vogliate se tralascio qualcosa. Con queste righe proverò a darvi il mio personale quadro, se pur piccolo come una fototessera, concentrandomi solo sul Joker e non toccando Arkham Asylum (chissà che non ne esca qualcosa più avanti) ma se lascio qualcosa in giro non me ne vogliate. Ora basta indugi, vi presento la pazzia…

 Origini

j2Come molti altri personaggi dei fumetti anche l’aspetto del Joker deriva dal cinema, e in particolare dai tratti dell’attore Conrad Veidt che diede vita al personaggio di Gwynplaine, l’uomo che ride. La somiglianza tra Gwynplaine e Joker è esclusivamente visiva: Joker riprende il fisico slanciato di Veidt e il suo sorriso grottesco sviluppando però un carattere unico.

La prima apparizione del personaggio risale al 1940, su Batman n.1. Inizialmente il personaggio doveva morire alla fine della storia, ma all’ultimo tale finale non venne disegnato. Il personaggio delle origini era un folle pronto a tutto pur di sopraffare il suo acerrimo nemico Batman. Realizzava piani complicati, spesso con l’ausilio di armi gigantesche o di costruzioni grottesche. Il personaggio, così, oscillava tra un’aria di drammaticità e un umorismo da striscia quotidiana.

Il Joker è stato per molto tempo un personaggio senza passato, di cui nemmeno Batman conosceva nulla. Nessun autore aveva mai narrato le sue origini, salvo trapelare pochi indizi discordanti nelle storie. Fu nel “l’uomo sotto il cappuccio rosso” (Detective Comics n. 168), che viene fatto il primo tentativo di rivelare il passato del personaggio. Nel fumetto si scopre che inizialmente si faceva chiamare “Cappuccio Rosso”, e nell’episodio è intento a sabotare una fabbrica di prodotti chimici. Batman però interviene e Cappuccio Rosso, per sfuggirgli, cade in un bacino di raccolta pieno di mistura chimica, per poi dopo riemergere tramutato nel Joker.

Dopo un breve declino, sul finire degli anni settanta, Julius Schwartz, supervisore delle testate DC Comics per la testata Detective Comics, assoldò uno sceneggiatore proveniente dalla Marvel Comics, Steve Englehart, con l’intento di rinnovare le atmosfere che circondavano Batman. A Englehart si associò l’esordiente Marshall Rogers, un giovane autore, che realizzò alcune delle più belle tavole mai apparse sul pagliaccio.

 Il ritorno del Cavaliere Oscuro

Nell’opera di Frank Miller, il ritorno del cavaliere oscuro, anche il Joker ha il suo ruolo primario compiendo e massacrando tutti gli spettatori accorsi allo studio televisivo dal quale viene trasmessa una trasmissione alla quale partecipa lo stesso Joker, per poi essere inseguito dal pipistrello da cui si congeda con un suicidio in grande stile…una mossa alla Joker insomma.

Il pagliaccio si evolve: The Killing Joke

j3Il primo vero albo sul pagliaccio spiega un’altra storia, molto più realistica del primo originale abbozzo: The Killing Joke di Alan Moore.  Il Joker ci viene presentato come un ex assistente chimico che trovatosi senza lavoro aveva iniziato una attività come cabarettista, con scarso successo. In serie difficoltà economiche e con una moglie incinta da mantenere, in bilico tra i doveri coniugali e l’ossessione del fallimento, il giovane comico decise di associarsi a due malviventi, complici del fantomatico criminale “Cappuccio Rosso”. La carriera criminale del futuro Joker ebbe quindi una nascita ben poco poetica, fino alla morte di sua moglie, perita insieme al figlio nascituro a causa dell’esplosione di uno scalda-biberon elettrico. Sebbene scioccato dalla perdita, i due complici lo obbligarono a prendere parte ad una rapina in una fabbrica di carte da gioco, proprio vicino ad un impianto di produzione di prodotti chimici dove il giovane Joker aveva lavorato tempo addietro. Il piano però venne sventato dal duplice intervento delle guardie della sicurezza, che sparano ai due malviventi, e di Batman che finì per fa cadere l’uomo in una vasca d’acqua, inquinata da sostanze chimiche di scarto. Gli acidi contenuti nella vasca deformarono orribilmente il volto dell’uomo trasformandolo in una maschera grottesca, dai capelli verdi e dalla pelle bianca con le labbra scarlatte. Nonostante tutto l’uomo riuscì miracolosamente a sopravvivere ma la vista del suo aspetto, l’incidente, la perdita della moglie furono uno shock insostenibile che causò il cedimento definitivo della sua psiche, trasformandolo così definitivamente nel folle criminale Joker.

Il Joker di Azzarello

j4Ed eccoci ai giorni nostri, con il monumentale The Joker di Brian Azzarello e Lee Bermejo. In questa storia il personaggio, Jack, è un criminale depresso che vede in Batman una fonte di divertimento. Sarà il pipistrello stesso a provocargli le cicatrici alle labbra attraverso un Bat-rang, e sempre per colpa sua finirà in una vasca di farmaci antidepressivi, che lo trasformeranno anche fisicamente. Divenuto Joker, come nelle storie classiche, inizia la sua escalation nel crimine di Gotham diventandone il re incontrastato, il più importante criminale della città, capace di incutere terrore e rispetto anche davanti a personaggi come Pinguino, Due Facce o Killer Croc.

Carriera criminale

Può esistere un Joker senza Batman? Bhè viste le origini del personaggio si potrebbe rispondere di “no”, ma se girassimo il quesito? Potrebbe esistere un Batman senza Joker? La risposta a mio avviso è la medesima, perché nel corso di tutte le storie di Batman e di tutte le versioni in cui esse sono state rappresentate c’è sempre stato il Joker. Quasi a ricordarlo, in occasione del primo arresto del Joker, venne aperto un manicomio solo per la sua detenzione, quell’ Arkham Asylum che farà del Joker  il suo Paziente Zero e che sarà al centro di una delle storie più epiche del pipistrello.

La carriera criminale del Joker è quindi legata strettamente al suo rapporto d’amore odio con Bruce Wayne, che ha subito nel tempo gravi perdite per mano dello stesso Joker, come Barbara Gordon, figlia del commissario James Gordon ed ex Batgirl, resa paraplegica dal pagliaccio, o Sarah Essen Gordon, seconda moglie del commissario, uccisa dopo il terremoto di Gotham mentre difendeva dei neonati. Ma c’è uno dei delitti del Joker che resta nella memoria dei lettori, l’uccisione di Jason Todd, il secondo Robin, la cui morte segnerà per sempre la vita di Batman.

Omicidi eclatanti, stragi, rapine e chi più ne ha più ne metta, mille e più trofei per un criminale che mai ha avuto un sentore di pentimento, se si esclude la piccolissima parenteri in cui Martian Manhunter usò i suoi poteri per riorganizzare la contorta mente del Joker, riuscendo nell’ intento solo per un periodo di tempo brevissimo.

Poteri e abilità

j5Joker è considerato il killer più pericoloso del mondo e dalla psicosi unica, una lucida follia, in una parola il caos. Adora uccidere usando ogni tipo di arma, come pistole, fucili e bazooka, fino alle armi non-convenzionali di stampo comico, come ad esempio carte da gioco con anima in metallo affilato, fiori che spruzzano acido, sigari esplosivi, dispositivi che forniscono scosse elettriche letali. La sua arma più efficace è però il suo gas Smilex, che oltre a uccidere le sue vittime lascia sul loro volto una smorfia spasmodica che ricorda l’inquietante sorriso del pagliaccio. Il gas è prodotto in forma sia liquida che gassosa ed è presente fin dalle prime apparizioni del personaggio. L’esposizione prolungata agli acidi, e la continua assuefazione a ogni tipo di sostanze, ha mutato il fisico del pagliaccio garantendo al Joker una naturale immunità a tutti i veleni conosciuti. La sua fisiologia modificata ha portato il suo sangue a essere estremamente velenoso, e probabilmente è anche questa la causa della sua incredibile resistenza al dolore e agli attacchi fisici. Joker è rappresentato, fin dalle prime apparizioni, come un individuo fuori dal comune, estremamente intelligente e particolarmente dotato nel campo della chimica, dell’ingegneria, nella fabbricazione e nell’uso di esplosivi, e soprattutto dimostra di avere un’eccezionale mente strategica e manipolatrice. La chimica è parte integrante del suo DNA, da ex chimico può creare vari tipi di tossine differenti, dagli effetti devastanti. Joker è anche estremamente abile con gli apparecchi elettronici, e trova estremamente divertente mandare i suoi messaggi via etere. Con l’evoluzione della tecnologia, negli anni ’90 Joker diventa anche un hacker eccezionale dimostrando un attitudine anche per l’ambiente informatico.

Comunque si presenti, l’arma principale del Joker resta e sarà sempre la sua mente geniale, completamente folle, imprevedibile e manipolatrice, che lo porta a creare piani unici che spesso si traducono in fenomeni di pazzia collettiva per lo più generata da veleni e tossine prodotte dallo stesso criminale. Una ragnatela di follia in cui tutti cadono, criminali, supereroi e addirittura intere città come Gotham e Metropolis. E’ anche un eccellente escapologo: non esiste una struttura di detenzione che riesca a contenerlo, sia esso un manicomio o un carcere di massima sicurezza.

 Forza Fisica e Carattere

Joker è un pericolosissimo avversario, capace di sconfiggere a mani nude molti nemici e reggere il confronto corpo a corpo con Batman, anche se alcuni autori preferiscono rappresentarlo come un individuo che può essere messo fuori combattimento con un solo pugno.

Nelle storie degli ultimi anni prevale comunque la versione più combattiva del pagliaccio le cui capacità di combattimento vengono associate ad una velocità e agilità fuori dal comune. La sua forza di volontà è disumana, paragonabile solamente a quella del suo acerrimo nemico, tanto da portare Batman ad avere una sorta di rispetto per lui. E’ proprio Batman stesso a spiegarci il senso del pagliaccio: una psicosi talmente intensa da impedirgli di comprendere ciò che è bene e ciò che è sbagliato.

Come prevedibile, un uomo così disturbato non può che essere intrattabile, incapace di arrivare a un accordo o negoziare. E’ anche estremamente resistente al controllo mentale perché la sua mente è invasa da follia e caos.

Joker l’immortale

Joker è stato ritenuto morto innumerevoli volte, essendosi trovato in situazioni mortali e apparentemente senza via d’uscita, ma nonostante questo è sempre sopravvissuto. E’ dotato di una resistenza al dolore sovrannaturale riuscendo a sopportare scariche elettriche mortali senza subire danni permanenti.

Joker e il rapporto unico con il lettore

Un’altra caratteristica del Joker sono le conversazioni con il lettore, unico personaggio dell’universo DC a rendersi conto di essere in un fumetto. (Un po’ come il Deadpool Marvel…ma di questo parleremo un’altra volta).

La banda del Joker

Joker non è solo il più grande supercriminale, ma anche un vero e proprio leader, dal carisma smisurato paragonabile solo alla sua tirannide.

182784_190247291008617_184633541569992_492315_8270718_nIntorno a lui ruotano una serie più o meno lunga di criminali, come Killer Croc e l’immancabile compagna Harley Quinn. Parlare ora di questi comprimari sarebbe lunghissimo per un articolo che sembra un romanzo (per la lunghezza s’intende), perciò lascio a chi ha tempo e voglia la possibilità di sbizzarrirsi.

Conclusioni

Non c’è che dire, unico, divertente, pazzo, sadico, criminale, comunque lo si veda Joker è e resta, a parere dell’autore dell’articolo, il miglior cattivo di sempre, che sia piaciuto o no il resoconto lascio a voi la scelta, io intanto torno a leggere le pagine del pipistrello e del pagliaccio…fino al prossimo resoconto.

simone

3 thoughts on “Conosci(meglio) il tuo nemico: Quando una risata uccide…

  1. Un buon articolo
    Una interessante riscrittura (secondo un sentire più moderno) delle origini del Joker è stata data in “l’uomo che ride” di Brubaker/Mahnke nel 2005.
    un solo appunto, l’Arkham Asylum è antecedente al Joker.

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